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Se puoi sognarlo puoi esserlo: a 60 anni Barbie insegna ancora a sognare in grande

Just Knock

08/03/2019

Che Barbie sia un’icona internazionale è innegabile: amata e criticata, la sua figura è il simbolo della cultura pop moderna e quest’anno spegne 60 candeline. 
Per l’occasione abbiamo deciso di riportare alla luce una sfaccettatura meno nota della bambola americana che, tra i vari ruoli rappresentati, ha ricoperto anche quello di ambasciatrice della carriera al femminile.

Barbie chi?

Barbie debutta sul mercato il 9 Marzo 1959, a partire da un’idea di Ruth Handler, moglie di Elliot Handler, fondatore di Mattel. Guardando sua figlia giocare, Ruth nota come i giocattoli a sua disposizione la portino, tra una carrozzina e un bambolotto, ad identificarsi in un unico ruolo: quello della mamma. Con l’obiettivo di uscire da questo stereotipo e offrire a sua figlia la possibilità di sognare in grande, crea Barbie (chiamata così proprio in onore di Barbara, la piccola di casa Handler).

Inizialmente titubante, Elliot si ricrede presto: il progetto decolla e nel giro di pochi anni sul mercato arrivano diversi modelli di Barbie, pronta a svolgere le più disparate professioni. CEO nel 1985, pilota nel 1989 e candidata in corsa per il titolo di Presidente nel 1992, Barbie entra di prepotenza in mondi che, fino a quel momento, erano considerati prettamente maschili. Un esempio? É il 1965 quando esce la prima Barbie astronauta, anno in cui, paradossalmente, le donne non possono ancora entrare nell’equipaggio della Nasa. 



Il messaggio sociale è chiaro: solo perché è un lavoro “da uomini” non vuol dire che non possa farlo anche tu. 

SHEROES 

Da quel 1959 Mattel non si è più fermata ed è sempre più attiva a livello sociale: nel 2015 nasce infatti una linea di bambole che riproduce reali donne di successo insieme ai loro importanti traguardi professionali. L’obiettivo? Dare alle bambine di oggi (e donne di domani) nuovi e realistici role-model a cui ispirarsi.

Le nuove bambole fanno parte del progetto SHERO, parola che nasce dalla combinazione di SHE (lei) e HERO (eroe), e che nel corso degli anni ha “trasformato” in bambola tantissime eccellenze internazionali, come la bellissima modella curvy Ashley Graham o la campionessa di scherma americana Ibtihaj Muhammad, di religione musulmana, diventata anche la prima bambola a portare il velo.

Tra le SHERO non mancano ovviamente anche alcune importanti donne italiane: l’anno scorso è stato il turno di Samantha Cristoforetti, prima donna astronauta italiana a fare parte di un equipaggio dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa).


Spero che questo aiuterà bambine e bambini a immaginare il loro futuro senza sentirsi vincolati da limiti artificiali che non hanno più senso di esistere nel nostro tempo” ha dichiarato Samantha.

Quest’anno invece è la chef stellata Rosanna Marziale ad essere presa ad esempio. Casertana ed ambasciatrice mondiale della mozzarella DOP di produzione campana, è nota in tutto il mondo per la sua cucina innovativa.


L’apparenza non è tutto.

Se da un lato Barbie ha dato il via ad un’innovativa rottura con il classico ruolo della donna-mamma, dall’altro è stata, nel corso degli anni, accusata di rappresentare un tipo di bellezza stereotipato e irrealistico, per nulla allineato con la reale diversità del genere femminile.

Da questo punto di vista Mattel ha sempre cercato di restare al passo con i cambiamenti del ruolo femminile nella società, fino ad arrivare al lancio di una linea di Barbie dalle forme più umane: dal 2016 è infatti possibile trovare sul mercato le versioni petite (letteralmente piccola), tall (alta) e curvy di Barbie, dalle varie carnagioni. E presto arriveranno anche la prima Barbie in carrozzina e la prima Barbie con protesi.


Dream big

Attraverso Barbie, Mattel è diventata ambasciatrice di un messaggio importante: non è importante chi tu sia o come sia, ma, come diceva Walt Disney, se puoi sognarlo, puoi realizzarlo.

Per questo ha lanciato il progetto the Dream Gap, un’iniziativa globale nata con lo scopo di spingere le bambine a non imporsi limiti dettati dal genere nel raggiungimento dei propri obiettivi. Studi recenti hanno infatti dimostrato come, già all’età di cinque anni, le bambine inizino a percepire l’appartenenza al genere femminile come un limite e a considerarla uno svantaggio rispetto ai propri coetanei maschi. 


Proprio per questo motivo, oltre a devolvere parte dei propri guadagni ad organizzazioni attive sul tema, Mattel pubblica regolarmente, sul proprio canale Youtube americano, dei video in cui Barbie versione youtuber lancia messaggi motivazionali alle nuove generazioni.

Barbie è femminista?

A Lisa McKnight, senior vice president di Barbie è stato chiesto se Barbie può essere considerata femminista; la sua risposta è stata emblematica: “Barbie si batte per l’uguaglianza e l’empowerment”. Affermazione chiara e sintetica, che si distanzia da qualsiasi posizione politica e rafforza i valori che Barbie vuole trasmettere: l’autodeterminazione della donna, l’indipendenza e la libertà di sognare in grande.

Quest’anno Mattel ha deciso di celebrare la festa della donna e il sessantesimo compleanno di Barbie con una collezione di 20 nuove bambole della linea Shero ispirate a donne di successo che non hanno avuto paura di battersi per i propri sogni e dimostrarsi vincitrici.

 

 

       

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