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Digital HR: attenzione alla reputation

Just Knock

29/04/2020

Quanto pesa la propria reputazione nell’ecosistema digitale?

 

Secondo la ricerca emersa dal Work Trends Study 2019, il web, e più nello specifico i social network, giocano oggi un ruolo preponderante sia per i candidati che sono alla ricerca di un lavoro, sia per le aziende che sono alla ricerca dei profili più in linea con le loro posizioni aperte.

Lo studio ha evidenziato che il tempo trascorso sui social network per finalità lavorative è aumentato: i candidati ne spendono il 72% per trovare un impiego, mentre le aziende spendono circa il 45% del loro tempo per individuare talenti e trovare nuovi dati sui profili di interesse.

Questa tendenza, lato aziende, è in forte crescita perché la ricerca online richiede meno investimenti economici e di tempo, rendendo quindi il digital recruiting una modalità di selezione estremamente interessante.

Secondo i candidati intervistati però l’utilizzo del web e dei social non è pienamente soddisfacente per trovare un impiego, dal momento che solo una piccola percentuale riceve una convocazione via email per sostenere un colloquio di selezione e una ancora più piccola percentuale viene assunta dalle aziende.

LinkedIn e Facebook sono oggi le piattaforme migliori per coloro i quali cercano un lavoro, mentre Instagram rappresenta il canale privilegiato dalle aziende per raccontare se stesse e promuovere il proprio luogo di lavoro.

La percezione che si ottiene quindi dallo studio condotto porta a considerare l’ecosistema digitale più come una vetrina, all’interno della quale il candidato può raccontare più nel dettaglio se stesso e l’azienda rappresentare la propria cultura e i propri valori.

Infatti il 78% dei candidati decide o meno di applicare per una posizione in base alla company reputation dell’azienda.

La maggioranza dei candidati intervistati però non ritiene che la propria reputazione sul web sia pienamente rappresentativa della loro personalità. Per le aziende che hanno partecipato all’indagine risulta invece che per il 72% sia più veritiero verificare e controllare i profili social dei candidati rispetto a quanto da loro indicato nei curriculum.

Infatti, il 44% dei recruiter ha ammesso di aver scartato un candidato dopo aver visualizzato i suoi profili social.

Diventa quindi strategico per chi cerca lavoro sul web curare la propria immagine sui social e dedicare del tempo al proprio personal branding.

Non si tratta solo di fare attenzione alle foto che si pubblicano, ma alla qualità dei contenuti e della narrazione personale che si costruisce su questi canali.

Infine l’indagine ha messo in risalto come sia ormai tendenza diffusa per i recruiter utilizzare i social per attrarre i cosiddetti candidati passivi: tutte quelle persone che non stanno cercando attivamente lavoro, ma che sono interessanti per l’esperienza professionale maturata e per le maggiori competenze tecniche sviluppate.

Gli head hunter prediligono i canali digitali per contattare (76%), individuare (69%) e reclutare potenziali candidati (67%).

Alla luce di queste considerazioni, pensi di curare al meglio la tua social reputation?

 

 

 

       

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